sabato 28 dicembre 2013

Verba volant (39): retribuzione...

Retribuzione, sost. f.

Ho deciso di definire questa parola, invece di salario o di stipendio, che pure sono molto più interessanti dal punto di vista etimologico, perché retribuzione è la parola che i Costituenti hanno scelto, quando - negli articoli 36 e 37 - hanno parlato dei diritti dei lavoratori. Questa parola insomma, a differenza degli altri due più utilizzati sinonimi, ha dignità costituzionale.
Vista la generale dimenticanza in cui versa la nostra Costituzione, credo sia utile citare il primo comma dell’art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
Vediamo invece cosa succede veramente nel nostro paese.
Il Comune di Brescia, per rispondere alle richieste delle scuole del suo territorio di avere fondi per assumere nuovi insegnanti di sostegno, in particolare per aiutare gli studenti stranieri, ha deciso di creare un albo di pensionati disponibili a lavorare gratuitamente.
Alcuni mesi fa il governo, la Regione Lombardia e il Comune di Milano hanno firmato un protocollo per la gestione di Expo 2015, in particolare sull’assunzione e sull’impiego del personale. In questo documento è scritto che, a fronte delle 640 persone assunte a tempo determinato, lavoreranno 18.500 volontari con un turn over di circa 500 ogni due settimane, per almeno 5 ore di lavoro al giorno. I volontari avranno la funzione di “supporto al visitatore in coda in caso di bisogno” e potranno essere utilizzati come guide all’interno dei padiglioni. In pratica ogni 29 persone impiegate, 28 lavoreranno gratis.
Peraltro tra i pochissimi che saranno retribuiti il contratto prevalente - almeno fino al 60% degli assunti - sarà quello di stage o tirocinio, che prevede un salario mensile di 516 euro, oltre al buono pasto di 5,29 euro. Non stupisce quindi che Confindustria chieda in queste settimane l’estensione del “modello Expo” anche in altri settori e non stupisce neppure che dicano la stessa cosa quelli abituati a seguire sempre e comunque l’onda neoliberista, come il “blairiano al lampredotto” Renzi.
Giovannini, se possibile, ha fatto peggio della Fornero; e non ha neppure pianto.
Nel blog LaboratorioPoliticaBologna, in un articolo di cui condivido tutto - soprattutto l‘incazzatura finale - Filippo Manvuller ha già denunciato lo scandalo dei 500 posti di lavoro che il ministero dei beni culturali assegnerà ad altrettanti giovani - a cui è richiesta una laurea con un punteggio di almeno 110 - per inventariare e digitalizzare il patrimonio culturale italiano: la retribuzione prevista, per un lavoro di 35 ore settimanali, è di 416 euro al mese, lordi.
Lavorare senza ricevere una retribuzione o con una retribuzione non proporzionale al lavoro fatto è anticostituzionale e quindi chi ci costringe a farlo - tanto più se è lo stato - è in una condizione illegale, prima ancora che politicamente criticabile.
Ovviamente poi ciascuno di noi, nel suo tempo libero, può fare del volontariato, ossia può lavorare gratis et amore Dei; c’è chi svolge un’opera meritoria e socialmente utile, come chi guida le ambulanze, e c’è chi fa un lavoro socialmente inutile - ma almeno non dannoso - come scrivere le voci di un dizionario. L’importante è che non siamo obbligati a farlo.
Per troppe persone in questo paese il volontariato è diventato una forma di contratto di lavoro. E dobbiamo pure ringraziare “lor signori” che non ci chiedono dei soldi per farci lavorare.

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